maggio 11, 2010

5.2 Metodi di recupero delle informazioni

Rendere reperibili le informazioni significa organizzarle in modo consono per favornirne la consultazione. Tassonomie, folkonomie, ontologie, glossari, tag cloud, motori di ricerca, ecc., sono tutti sistemi di supporto alla reperibilità. Dovrebbero dunque essere visti come sistemi complementari ma fortemente integrati.

Le tassonomie
Una tassonomia è una classificazione gerarchica di concetti. Il sistema di classficazione è basato su annidamento di concetti aventi una relazione di tipo padre-figlio. Ogni concetto appartiene ad una rispettiva categorie tassonomiche.
I sistemi di classificazione che nascono come risultato della tassonomia hanno due utilità:
Servono come contenitori di informazione.
Permettono di fare predizioni

Le folksonomie
Folksonomia è un neologismo derivato dal termine di lingua inglese folksonomy e descrive una categorizzazione di informazioni generata dagli utenti mediante l'utilizzo di parole chiave (o tag) scelte liberamente.Seguono uno schema bottom-up. Una folksonomia è, pertanto, una tassonomia creata da chi la usa, in base a criteri individuali.da gruppi di persone che collaborano spontaneamente per organizzare in categorie le informazioni e agevolarne la reperibilità. Ne sono esempio i siti di Social bookmarking come Delicious.

Le ontologie
Le ontologie partono dal punto di vista opposto: cercano prima di organizzare la gerarchia dei concetti che caratterizzano un dominio; qualcuno definisce e propone uno schema concettuale che poi gli altri utilizzano (sono top-down). Un’ontologia è una rappresentazione formale, condivisa ed esplicita di una concettualizzazione di un dominio di interesse.

Ci sono anche tecnologie che aiutano a tracciare la costruzione delle relazioni che intercorrono tra i soggetti dell’organizzazione; è possibile usare queste tecnologie per osservare le dinamiche di costruzione e di interazione nelle strutture organizzative, purché rispettando la privacy.
Ci sono inoltre tecnologie di analisi degli elementi sociali che aiutano a identificare dei pattern ricorrenti significativi di relazione. Ad esempio si può osservare che alcune persone per comunicare passano sempre attraverso altre, e queste ultime quindi giocano un ruolo molto importante, ossia fungono da ponte.
Bisogna fare attenzione a proporre soluzioni di modifica per capire le implicazioni che questo ha, perché le comunità sono forti per certi aspetti ma anche molto fragili, si possono facilmente disgregare.

Il fatto che una comunità per qualche motivo si disgreghi può essere visto come segno di grande maturità, che può pensare di dividersi in termini di soggetti per creare altre comunità che mantengano delle relazioni tra di loro; quindi può anche essere positivo, se la conoscenza non viene buttata via.

Se è vero che ogni attività contribuisce alla costruzione e all’uso della conoscenza, anche le attività più banali sono da tenere in considerazione, perché il flusso delle attività consente anche un flusso di comunicazione, di interazione tra i soggetti.

Non è produttivo pensare che ci siano sistemi informativi che fanno funzionare l’azienda perché gestiscono le informazioni e poi pensare a qualcosa che gestisce la conoscenza, costruito a parte, in modo da farle interagire. È meglio progettare il tutto cogliendo anche la dimensione della conoscenza in ogni attività. Il sistema di gestione della conoscenza deve essere in grado di assorbire e convogliare la conoscenza generata da tutte le attività e restituirla quando serve.

Quando si progetta un sistema informativo si dovrebbe pensarlo non solo come qualcosa che fa funzionare l’azienda, i servizi, i prodotti, ma anche come fonte di informazione che deve essere convogliata dove viene gestita a scopi di gestione della conoscenza in modo naturale, non come qualcosa che nasce dopo.

Possiamo vedere i sistemi informativi come sorgente informativa per i sistemi di gestione della conoscenza, e prevedere nel sistema della conoscenza la restituzione dei suoi contenuti nel momento in cui ce n’è bisogno.

Nell’integrazione tra sistemi informativi e sistemi di gestione della conoscenza ci sono alcuni oggetti, artefatti che circolano nelle organizzazioni (template ad esempio) che servono spesso da ponte in maniera naturale, perché questi documenti contengono molta conoscenza nella loro struttura; ci sono dei legami tattici non esplicitati ma presenti.

Un modo per fare integrazione è consentire che sulle interfacce del sistema informativo si possano porre elementi di gestione della conoscenza, creare delle annotazioni, o correlazioni; quindi usare queste strutture di frontiera come elementi fondamentali per creare un ponte e aiutare a gestire i dati ma anche aumentare la capacità di evocare conoscenze.