maggio 11, 2010

4.5 Come riconoscere una CoP

Il riconoscimento della Cop è importante per le aziende per capire cosa succede, e una volta riconosciuta, è fondamentale fare in modo che le decisioni messe in atto non influiscano sulla CoP stessa, per evitare che venga danneggiata.

Non è facile entrare in un’organizzazione e riconoscerla in maniera immediata perchè le persone possono essere molto diverse e non aderiscono a standard fissi. Il punto cruciale è il legame che si crea. Sarebbe opportuno trovare degli strumenti di riconoscimento non banali. Per fare questo, ci si sofferma su alcuni passaggi e concetti chiave:

a. omogeneità vs eterogeneità: è più facile che trovi una comunità tra persone con le stesse caratteristiche con gli stessi ruoli o tra persone eterogenee, con competenze diverse?

Ci sono CoP caratterizzate da omogeneità di individui (ruoli, competenze, responsabilità), e questo è comprensibile, perché il problem solving si esercita sulle stesse cose. Ma questa non è una caratteristica primaria, perché ci sono anche CoP che riescono a creare quei legami anche essendo eterogenee. Quindi queste caratteristiche non sono caratterizzanti.

Possiamo dire che le comunità molto omogenee hanno una grossa coesione dal punto di vista dell’abitudine a risolvere problemi, quindi si consolidano in fretta ma rischiano di essere conservatrici, talvolta non sono in grado di generare nuova conoscenza, rivelandosi poco dinamiche. L’eterogeneità è meno statica e può portare scontri e litigi rappresentando una potenziale fonte di tensioni, e quindi anche di crisi. Ci sono aspetti positivi e negativi che si complementano.

b. dimensione del gruppo: sono comunità numerose o fatte da poche persone?

Anche qui, ci sono CoP di poche unità, poche decine di persone, e ce ne sono invece di molto più grandi. Neanche questo è un elemento caratterizzante. Se il gruppo è piccolo è più facile negoziare regole, stabilire una memoria. In una CoP grande, invece, può avvenire che si creino delle sottocomunità integrate (non completamente autonome), che hanno motivazioni più omogenee, che mantengono dei legami comunque forti.

c. pratica: intesa come riconoscimento delle pratiche, cioè dei gruppi di problemi, di motivazioni operative per cui le persone si organizzano in comunità. Si tratta di riconoscere comportamenti, flussi comunicativi, ricorrenze nel modo di comportarsi che possono essere legate al problem solving: è un criterio, ma non è sempre semplice e nucleare perché dietro al problem solving ci può essere di tutto.

È più semplice che la CoP emerga dentro un’organizzazione, rispetto al caso in cui attraversi più organizzazioni (inter-organizzazione).